MICROTERAPIA NOVITA’ ANTICELLULITE

La cellulite è un problema estetico che negli ultimi anni è stato affrontato nei suoi molteplici aspetti su più fronti e da più specialisti: dall’estetista al dermatologo, dal medico al chirurgo estetico. Sono nate così numerose metodiche per la cura di questo in estetismo. Attualmente, le innovazioni consistono, più che nell’invenzione delle metodiche già esistenti, perfezionate e rese più efficaci.

  • Un esempio di queste innovazioni è rappresentato dalla microterapia: un’evoluzione della classica mesoterapia, di cui mantiene i principi base. Viene effettuata dal dermatologo e dal medico estetico e offre la garanzia di essere assolutamente indolore e rispettosa dell’integrità dei tessuti.

MESOTERAPIA: PREGI E DIFETTI

La mesoterapia tradizionale è uno dei trattamenti anticellulite riconosciuti come più efficaci. Consiste nell’iniettare sottocute sostanze che di solito svolgono una triplice azione: lipolitica (sciolgono i grassi), drenante (favoriscono lo smaltimento dei liquidi ristagnanti), vasoprotettiva (proteggono le pareti dei vasi capillari). Questi farmaci si infiltrano nel tessuto cutaneo grazie a singole siringhe o a un multiniettore (una piastra munita di molteplici aghi). Gli aghi sono lunghi da 4 a 6 mm e raggiungono il derma medio-profondo, depositando le sostanze in prossimità della cellulite.

· Per capire meglio, occorre sapere che la pelle è formata da più strati: l’epidermide, la più superficiale, poggia sul derma, che si suddivide a sua volta in superficiale, medio e profondo. Nel derma si trova l’intreccio dei vasi capillari che, man mano che si scende verso il derma medio e profondo, diventano sempre più grossi, mentre nel derma superficiale, il più vicino all’epidermide, sono molto piccoli e sottili. Al di sotto del derma c’è il tessuto adiposo, nel quale, a causa di un difetto del microcircolo, si forma la cellulite.

· Abbiamo detto che la mesoterapia porta le sostanze a 4-6 mm di profondità: questo può determinare un’alterazione delle strutture del derma medio-profondo. Si creano così alcuni problemi, che costituiscono poi gli univi effetti collaterali indesiderati della mesoterapia. Vediamoli.

1. Penetrando a questa profondità, l’ago può determinare la rottura dei vasi capillari di medio o grosso calibro. In seguito alla recisione dei vasi si ha un piccolo travaso di sangue con la formazione di ecchimosi, quei segni bluastri che in genere compaiono dopo una seduta di mesoterapia. La rottura di questi vasi capillari, oltre al travaso di sangue, crea un altro problema: il capillare rotto tende a effettuare una sorta di “risucchio”, di aspirazione del farmaco iniettato con la mesoterapia. Questo viene perciò rapidamente riassorbito, quindi la sua azione diventa meno efficace.

2. A 4-6 mm di profondità, l’ago può toccare anche le terminazioni nervose. È per questo che l’iniezione provoca un leggero dolore.

3. Da un punto di vista biologico, esiste anche un altro problema: ogni volta che il derma è colpito dalla puntura dell’ago, oltre ai vasi sanguigni e alle terminazioni nervose, possono essere recise anche le fibre collagene ed elastina, le fibre elastiche che danno sostegno alla pelle. Il derma ripara poi questa ferita dando luogo a un piccolo tessuto cicatriziale, una microcicatrice. La microcicatrice, se rimanesse isolata, non comporterebbe alcun grosso problema, nella vasità della pelle. Il problema nasce quando la mesoterapia viene ripetuta parecchie volte sempre nelle stesse zone. In questi casi, le microcicatrici possono sommarsi, dando luogo a ritrazioni, depressioni del derma, che fanno perdere l’aspetto liscio e uniforme della cute.

L’EVOLUZIONE: UN AGO PIU’ PICCOLO

La microterapia è nata proprio a partire dall’osservazione degli effetti collaterali della mesoterapia. Per evitare questi inconvenienti, punta sulla superficialità dell’iniezione. Infatti, poiché la parte impermeabile della cute è rappresentata dalla sola epidermide, che ha uno spessore medio di un millimetro, basta penetrare con un ago molto piccolo, che superi appena il millimetro, per arrivare nel derma più superficiale e depositare le sostanze anticellulite. Non bisogna pensare, infatti, che più il farmaco va in profondità e più è efficacecontro la cellulite: se i principi attivi vengono iniettati nel derma superficiale, agiscono esattamente come se fossero fatti penetrare 2-4 mm più in basso.

· Iniettando i farmaci a livello del derma superficiale, si evita la rottura dei vasi capillari di medio e grosso calibro (quindi non si verificano travasi di sangue ed ecchimosi), permettendo alla sostanza iniettata di restare più a lungo sottocute, con un potere di azione maggiore. Allo stesso tempo, non si recidono le terminazioni nervose dolorifiche e non si determina la formazione di quelle microcicatrici che con il tempo, aumentando di numero, potrebbero essere problematiche.

· A questo punto, sembra chiaro che l’utilizzo di un ago di 1 millimetro e mezzo di lunghezza è la soluzione ideale per ottenere tutti i benefici della mesoterapia ovviando agli svantaggi. In realtà, la cosa non è così semplice. Se si utilizzasse semplicemente un ago lungo 1 mm e mezzo, e si iniettassero con quest’ago le sostanze nel sottocute (cioè nel derma superficiale), non si riuscirebbe a far trattenere il farmaco dall’epidermide. Infatti, dopo aver punto superficialmente la cute e avere iniettato la sostanza, la pelle, al momento dell’estrazione dell’ago, essendo elastica tenderebbe a richiudersi, espellendo la sostanza.

Per questo, si è inventato un dispositivo, il S.I.T., che, pur utilizzando un ago piccolissimo, è in grado di trattenere sottocute le sostanze.

redazione

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