smagliature le strategie per attenuarle

Striae estensae. Questa è la denominazione medica per indicare un problema estetico molto comune tra le donne, quello delle smagliature. Non ne sono immuni nemmeno gli uomini, tuttavia gli esponenti del gentil sesso sono il “bersaglio” preferito, e questo soprattutto perchè nelle donne avviene quella straordinaria modificazione corporea che è la gravidanza. Vi sono però anche altri fattori all’origine degli antiestetici cedimenti del tessuto cutaneo: “saliscendi” di peso, alterazioni ormonali eccetera. In ogni caso, la parola d’ordine è prevenire: una volta formatesi, infatti, le smagliature sono difficili da eliminare. Ma intervenendo in tempo, con trattamenti specifici, è possibile arginare l’inestetismo. Per affrontare nel modo migliore il problema, è importante conoscerlo a fondo: ecco le risposte ai dubbi più comuni.

Che cosa sono?
.Le smagliature sono il risultato di una lacerazione del tessuto cutaneo e si presentano in superficie sotto forma di antiestetiche striature dal colore madreperlaceo. Si manifestano in seguito a forti distensioni della pelle: una volta giunta alla sua massima capacità elastica, l’epidermide non è più in grado di adattarsi alle modificazioni del corpo. Le sue trame cominciano così a cedere dando luogo alle smagliature, dette anche bande di atrofia lineari, a causa della loro mancanza di tessuto.

Quali sono i vari stadi?
.Esaminando l’aspetto di una smagliatura si può notare innanzitutto la differenza tra quelle di recente formazione e quelle che, ad esempio, risalgono a sei mesi prima. Nelle prime l’epidermide appare di spessore normale con fondo rossastro, mentre il derma, evidenziato al microscopio, denuncia l’alterazione delle sue fibre. Questa fase corrisponde al momento in cui le fibre si sono slabbrate dilatando il derma, reso così visibile attraverso la sottile epidermide che lo ricopre.
.Nelle seconde, invece, il colore è chiaro, perchè la lacerazione si è stabilizzata, lasciando un segno simile a quello di una ferita quando si rimargina. In questa fase, la smagliatura si è ormai assestata ed è quindi difficile riuscire a riassorbirla.

Ci sono punti più vulnerabili?
.Le zone più colpite sono quelle in cui è maggiore la tensione superficiale. Per questo le smagliature si formano soprattutto in corrispondenza dei fianchi, dell’attaccatura delle cosce, del seno, dei glutei e dell’addome. In quest’ultima zona, compaiono soprattutto in seguito a una gravidanza.

Quanto conta l’elasticità cutanea?
.E’ fondamentale. I dermatologi la considerano un parametro così importante che, per valutarla, si avvalgono di strumenti di precisione (quali il cutometro), che mettono in relazione estensibilità e deformazione residua della pelle: per elasticità cutanea si intende infatti la capacità dell’epidermide di tornare prontamente allo stato iniziale dopo una pressione o uno stiramento. Possiamo considerarla insomma lo specchio fedele della salute della pelle che, se è buona, si manifesta agli occhi con un aspetto luminoso e levigato e al tatto attraverso il tono e la morbidezza. L’elasticità è, infine, segno di un’equilibrata composizione dei tessuti cutanei e di un corretto funzionamento dei processi metabolici che li coinvolgono.

Cosa si può fare per prevenirle?
.E’ necessario innanzitutto intervenire il più precocemente possibile, quando le smagliature si sono appena formate o quando non hanno ancora assunto l’aspetto madreperlaceo. In questo caso si può rivelare di aiuto l’assunzione di olio di borragine (si trova anche sotto forma di integratore), contenente acido gammalinoleico, noto per le sue proprietà elasticizzanti, e di semi di sesamo. Idratare la pelle frequentemente è fondamentale tanto quanto massaggiarla: può essere un buon antidoto per evitare la comparsa delle smagliature o impedire che degenerino. E’ poi importante bere molto, mangiare cibi ricchi di liquidi, e usare prodotti specifici.

Le creme sono efficaci?
.Associare l’uso di una crema specifica a un frequente frizionamento locale aiuta sicuramente la pelle a produrre nuove difese. Un buon prodotto deve svolgere una doppia azione, preventiva e restitutiva, cioè deve rinforzare le fibre cutanee e nello stesso tempo ripristinare per quanto è possibile la funzionalità dei tessuti sfibrati.

Quali devono essere i loro componenti?
.Innanzitutto una buona crema non si deve limitare a intervenire sul tessuto dermico, ma deve agire sui normali processi di produzione delle fibre, sia favorendo la buona salute dei fibroblasti (le cellule addette alla produzione di elastina e collagene) sia incrementando la loro produttività. Le creme specifiche devono dunque contenere, accanto a principi idratanti ed elasticizzanti, anche sostanze che abbiano la proprietà di stimolare il normale processo di generazione dei fibroblasti. Una delle sostanze che si è recentemente scoperto avere questa funzione è il carbossimetilbetaglucano. Risultati positivi possono essere ottenuti anche da estratti di alghe, come l’Alga Spirulina, e piante, come la Sophora Japonica, ricca di bioflavonoidi vegetali.

Come si usano?
.Vanno applicate mattina e sera nei punti critici con un massaggio prolungato. La pressione delle mani favorisce la riattivazione del microcircolo che a sua volta stimola il metabolismo delle cellule. Queste, creando una sorta di ponte, possono riavvicinare i bordi della smagliatura.

Perché si formano?
.Le cause sono per lo più genetiche e legate alla costituzione del derma, ossia dello strato intermedio della pelle. Questo può, infatti, non essere dotato di sufficiente elasticità per potersi conformare alle modificazioni del corpo nei vari stadi della vita: ciò significa che per ognuno esiste una determinata tollerabilità cutanea alla trazione, oltre la quale il tessuto perde la sua normale coesione. Il fattore fondamentale è insomma la capacità elastica della pelle. Tale patrimonio naturale è da attribuire in particolare all’integrità delle fibre di cui il derma è costituito: le fibre di elastina e collagene. In un derma sano queste fibre si presentano sotto le sembianze di tante piccole molle intrecciate fra di loro. A mano a mano che il nostro organismo si espande, queste fibre si distanziano e si allungano, fino a rompersi. Privata delle sue difese, la pelle allenta le proprie trame dando luogo allo slabbramento del tessuto del derma. Anche l’epidermide subisce visibili alterazioni, allentando a sua volta le trame e infossandosi.

Chi è più a rischio?
.Le persone più a rischio sono quelle che attraversano condizioni fisiologiche che portano ad un ingrossamento del corpo. Parliamo dunque degli obesi, di coloro che attraversano uno sviluppo puberale repentino e delle donne in gravidanza. Queste ultime sono soggette soprattutto a forti distensioni della zona dell’addome: l’80 per cento di puerpere all’ottavo mese manifesta infatti striae distensiae. Altri fattori responsabili dell’inestetismo sono certe malattie (come la sindrome di Cushing, caratterizzata da un’aumentata produzione di ormoni a livello del surrene), e quelle causate dall’assunzione di certi farmaci (soprattutto a base di cortisone). Completano il quadro delle situazioni a rischio la predisposizione genetica e le disfunzioni ormonali.

Con la consulenza del dottor Antonino Di Pietro, dermatologo a Milano.

redazione

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