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Acido ialuronico: quanti tipi esistono e quale scegliere?

Se la moda dei filler ha contagiato anche te, ma covi qualche timore segreto (farà male? Come reagirà la mia pelle? E se non lo tollero?), è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza. Perché si fa presto a dire acido ialuronico, ma non tutti gli acidi ialuronici sono uguali. Sotto questo termine, in Italia, si raccolgono ben 158 filler diversi, tutti autorizzati dal Ministero della Sanità per il refreshing del viso e il trattamento delle rughe. Ecco come scegliere quello più sicuro.

Acido ialuronico naturale per la biorivitalizzazione del volto

Non hai rughe profonde ma sei alla ricerca di qualche cosa che reidrati la pelle in profondità e conferisca al volto un aspetto più fresco e vitale? Chiedi al medico di utilizzare un gel specifico per la biorivitalizzazione del volto, a base di acido ialuronico naturale (cioè identico a quello presente nella pelle), puro al cento per cento, non modificato per via biotecnologica, ma a bassa concentrazione e ad alto peso molecolare.

Per capire che cosa significa concentrazione e peso molecolare, immagina di avere una boccia di vetro con dentro la neve finta. La concentrazione del gel esprime il numero di “fiocchi” di neve, cioè di molecole di acido ialuronico. Varia dallo 0,8 al 2%: il resto è acqua. Il peso molecolare si riferisce, invece, alla grandezza dei fiocchi di neve: più sono grandi, più pesano (da uno a due milioni di balton). Scegliere, per il refreshing, un biorivitalizzante a bassa concentrazione, significa fornire uno stimolo naturale alla rigenerazione del collagene e dell’elastina, mentre l’alto peso molecolare nutre meglio le cellule.

L’acido ialuronico cross linkato (o reticolato) per riempire le rughe

Se il tuo problema sono i solchi profondi che scendono ai lati del naso, più che di una biorivitalizzazione hai bisogno di un vero “filler” che riempia le rughe meccanicamente. In questo caso, per evitare che l’acido ialuronico venga degradato e riassorbito velocemente dall’organismo (fatto che vanificherebbe il risultato nel giro di un mese) viene modificato in laboratorio tramite tecniche biotecnologiche. Per farlo durare di più, si crea quindi un acido ialuronico modificato (chiamato “cross-linked” o reticolato), non presente in natura, ma con le molecole così legate tra loro da formare un blocco compatto. In questo modo diventa più viscoso e duraturo, perché l’enzima che lo “digerisce” (la ialuronidasi) fa più fatica a smantellarlo. Le sostanze crosslinkanti più usate sono due: il BDDE (butanediol-diglycidylether) e il DVS (divinyl sulfone).

Quindi, più il filler è reticolato, maggiore è il rischio di reazioni infiammatorie, che possono manifestarsi subito o alcune settimane dopo il trattamento. Non riconoscendo questi additivi, l’organismo scatena una reazione da corpo estraneo, con la formazione di un granuloma (una “pallina” o un “cordoncino” visibile all’esterno e duro al tatto) che può sfociare in un vero e proprio ascesso, con tanto di pus da drenare tramite una piccola incisione. In questo caso, occorre fare subito delle iniezioni di ialuronidasi (l’enzima che scioglie l’acido ialuronico), associate spesso a infiltrazioni di antibiotico e antinfiammatori per bocca. Se hai la pelle delicata, quindi, dai la preferenza ai filler che durano di meno (sei-otto mesi) rispetto a quelli che vantano una durata uguale o superiore ai due anni. Farai qualche seduta in più, ma dormirai sonni tranquilli.

Controindicazioni dell’acido ialuronico reticolato

Se lamenti una perdita di volume a livello degli zigomi, della linea mandibolare o del mento, puoi ricreare il profilo giovanile giocando la carta dei volumizzanti. I volumizzanti sono filler a base di acido ialuronico molto concentrato, viscoso e ad alto peso molecolare, che sono iniettati nell’ipoderma, più in profondità rispetto ai classici “riempitivi”. Se venissero impiantati nel derma medio-superficiale, come nella correzione delle naso-geniene, rischierebbero di vedersi e di dare un risultato innaturale. Lo scopo, infatti, è di ripristinare il volume dall’interno, dal basso verso l’alto, in modo da sollevare senza segni. Per durare di più, ed essere degradato lentamente, l’acido ialuronico volumizzante ha un alto grado di crosslinkaggio ed è quindi molto ricco di quelle “colle” reticolanti che possono dare problemi. L’effetto tridimensionale dipende dalla quantità: più se ne mette, più il filler fa volume e lo zigomo viene “sbalzato” in fuori.

Infiltrare tanto ialuronico ultrareticolato espone al rischio di reazioni avverse, quali granulomi o ascessi. Inoltre, in caso di complicanze, è molto più difficile “spremere” fuori il pus e lo stesso filler da un piano profondo, piuttosto che da uno superficiale. Anche per dare volume, quindi, dai la preferenza ai filler che hanno durata media di sei-otto mesi: sono meno “lavorati” e più sicuri. Inoltre, non ricercare l’effetto che desideri in una sola seduta, che comporterebbe una dose di prodotto notevole (e perciò più rischiosa), ma fai due-tre sedute a distanza di un mese. Così vedi come reagisce la tua pelle.


Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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