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Punture di insetti: ghiaccio o cortisone?

Punture di insetti: ghiaccio o cortisone?

Durante l’estate, a causa del caldo, lasciamo ampie zone di pelle scoperta. Così facendo, però, la esponiamo ad alcuni rischi, quali le punture di insetti, oppure a piccoli infortuni, come graffi o tagli. Conoscere i rimedi di primo soccorso per ognuna di queste evenienze è importante perché, spesso, sono proprio queste prime manovre a fare la differenza. Infatti un primo intervento ben eseguito evita fastidi ulteriori che potrebbero rovinare le vacanze. Vediamo allora come si trattano i piccoli infortuni della pelle.

Come curare le punture di zanzare?

Applicando, per pochi secondi alla volta, un cubetto di ghiaccio avvolto in un fazzoletto, sulla puntura. Il ghiaccio elimina la sensazione di prurito e, se il paziente riesce a resistere per i primi dieci, quindici minuti senza grattarsi, le probabilità che la puntura svanisca senza dare altri problemi sono molto alte. Se il prurito non passa con le applicazioni di ghiaccio ma persiste anche nelle ore successive, suggerisco di stendere sulla puntura un velo di pomata a base di cortisone. Suggerisco anche di applicarla al mattino e alla sera, dopo un lavaggio con acqua e sapone neutro. Raccomando di proteggere con un cerotto la parte su cui è stata stesa la pomata, per evitare l’azione diretta dei raggi solari: a volte queste pomate, se poste alla luce diretta del sole, causano la comparsa di macchie sulla pelle.

Perché non bisogna grattarsi dopo essere stati punti da una zanzara?

Grattandosi possiamo graffiare la pelle, con le unghie. Però, sotto le unghie, si annidano batteri in grado di provocare infezioni. La più diffusa tra esse si chiama impetigine e si presenta con la crescita sulla pelle di lesioni simili a brufoli sopra le quali si forma una crosticina. Io, per guarire dall’impetigine, prescrivo una cura antibiotica per bocca che, in genere, non dura meno di una settimana e non consente al paziente di esporsi al sole e di fare il bagno, sia in mare sia in piscina. Si tratta di un disturbo che può davvero rovinare una vacanza.

Cosa fare in caso di punture di api o vespe?

Per prima cosa, esaminare la puntura per verificare che il pungiglione non sia rimasto conficcato nella pelle. Se così fosse, va assolutamente eliminato per evitare ogni rischio di infezione. Per eseguire correttamente questa manovra, deve anzitutto capire qual è il verso con cui il pungiglione si è incastrato nella pelle. Poi essa va raschiata lentamente in quel punto, utilizzando uno strumento non tagliente come la parte non affilata di un coltello, una tessera plastificata tipo bancomat o, al limite, lo stecco di legno di un ghiacciolo. Il verso in cui va raschiata la pelle deve essere contrario rispetto a quello in cui il pungiglione si è conficcato, per non schiacciarlo ulteriormente e per favorirne, invece, la fuoriuscita. Solo dopo avere tolto il pungiglione, consiglio di procedere con le cure.

In primo luogo, bisogna lavare la parte colpita con acqua fresca, in quantità abbondante, e sapone delicato. Se poi il dolore persiste, consiglio, anche in questo caso, di applicare un po’ di ghiaccio, meglio se avvolto in un canovaccio, per almeno una decina di minuti. Dopo l’applicazione del ghiaccio, se il gonfiore è scomparso, può essere sufficiente stendere un velo di pomata antibiotica e un cerotto. Se, invece, il gonfiore non si attenua, suggerisco di applicare una pomata a base di cortisone per eliminare l’infiammazione. In genere, nel giro di uno o due giorni, la parte colpita guarisce completamente.

E per quanto riguarda graffi e tagli?

Prima di tutto, raccomando di pulire bene la ferita. Il modo migliore è metterla sotto l’acqua  corrente, lasciando che sia la forza dell’acqua a rimuovere la sporcizia. Studi recenti hanno dimostrato che una pulizia accurata fa abbassare il rischio di infezione quanto l’uso di un disinfettante. Dopo, il paziente può procedere con la medicazione. Raccomando di usare garza sterile, pulita, e il nastro adesivo apposito che si trova in farmacia ma anche al supermercato. Sui tagli suggerisco di applicare un disinfettante liquido, come lo iodopovidone, passandolo con la garza e non con il cotone: questo tende a sfilacciarsi ed eventuali residui possono rimanere a contatto con la ferita. Consiglio di rimuovere la medicazione almeno una volta al giorno, preferibilmente la sera quando il paziente ha terminato le attività all’aperto. In caso di graffi, suggerisco, dopo il lavaggio, di applicare pomate a base di acido ialuronico perché favoriscono la rigenerazione della pelle. Anche in questo caso il paziente deve fare la medicazione una volta al giorno. Le medicazioni devono essere fatte fino a quando sulla parte lesa non si forma una crosta compatta e il paziente non avverte più fastidio.

Il paziente può fare normale vita di mare, dopo avere subito tagli e graffi?

Sì, solo però eseguendo medicazioni appropriate. In farmacia si trovano cerotti che assicurano una tenuta stagna anche se bagnati e questi possono consentire di fare vita di mare, e quindi anche di nuotare. Suggerisco tuttavia di non esporre la pelle che ha subito tagli, graffi o altre lesioni all’azione diretta del sole. L’azione del sole rallenta il processo di cicatrizzazione della pelle. Inoltre, indebolisce le difese immunitarie che devono preservare la pelle da eventuali infezioni e, infine, c’è pure un motivo estetico: esporre al sole una pelle appena rigenerata comporta la comparsa di macchie e variazioni del suo colorito.


Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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